Credo che sia arrivato il momento di fermarsi un attimo e di riflettere un po. Lo so, oggi è impossibile fermarsi, “chi si ferma è perduto”, siamo oramai inghiottiti da questo concetto che spesso ci porta a guardare avanti ma senza vedere quello che accade attorno a noi. Giorni fa mi è arrivato un messaggio WhatsApp di Rino Martinez, tutti lo conosciamo e tutti sappiamo cosa fa a tutela della vita nei luoghi meno fortunati dei nostri. Un messaggio molto lungo, oserei dire inusuale, oggi nessuno scriverebbe più di qualche rigo sui social, semplicemente perché sa che dall’altra parte c’è gente che non avrebbe tempo di leggerlo talmente è investita dalla propria frenesia. Ma Rino, invece, lo ha fatto, aveva la necessità di farlo, per fare sentire la sua voce, la sua sofferenza, a tutta quella gente che spesso è capace di apparire ma non di contribuire con poco al finanziamento di una missione. Missione che doveva partire a settembre e che è stata posticipata perché non si sono trovati i soldi. Allora io mi chiedo il perché di tutto questo, perché siamo diventati così incapaci da non accorgerci di quanto grave sia tutto questo. Basterebbero 5 o 10 euro per fare fronte a questo bisogno e la consapevolezza che molte giovani vite grazie a questo verrebbero salvate. Ma oggi la vera missione per Rino, aimé, sembrerebbe proprio quella di essere ascoltati. Mi scuso se con questo mio post ho urtato la sensibilità di qualcuno, magari qualcuno oggi sa quello che Rino sta facendo, qualcuno magari darà il suo contributo, qualcuno condividerà questo appello. Ma tengo a scusarmi con qualcuno e non con tutti perché so per certo che solo qualcuno ha avuto il coraggio di fermarsi per leggere questo mio messaggio. Qualcuno. Purtroppo per gli altri, chi si ferma è perduto.
Davide.